Avrete senz’altro notato che i pulsanti per la visualizzazione del PageRank sui vostri siti web sono ‘morti’ in quest’ultima settimana. Con l’ultimo aggiornamento dell’algoritmo Panda, arrivato alla versione 3.3, Google ha infatti affermato di aver rimosso un metodo di valutazione dei link utilizzato per anni, ma non ha specificato nulla.
Come ben sappiamo, le informazioni più vaghe sono quelle che danno adito alle discussioni più accese, infatti c’è sul Web il forte presentimento che il metodo accennato da Google riguardi da vicino il PageRank e il modo in cui esso viene calcolato. Ad ogni modo, ci vorrà un po’ di tempo prima che i pulsanti vengano aggiornati. Per il momento, possiamo affidarci soltanto alla toolbar (aggiornata) di Google.
La nuova licenza del PageRank è stata rilasciata nel 2010, con il documento Scoring documents in a database (US Patent 8,131,717), il quale sovvenziona l’utilizzo del PageRank alla Stanford, università in cui si è laureato Lawrence Page, ideatore del PageRank.
Rispetto alle vecchie licenze, le concessioni al brevetto (Claims) sono state modificate. Ecco un elenco di alcune delle modifiche più importanti:
La personalizzazione del PageRank.
l rank delle pagine salvate dall’utente nei preferiti è adesso maggiore per le ricerche effettuate dal medesimo utente. Insomma, si tratta di un approccio personalizzato al PageRank, come è stato già fatto per i risultati nelle SERP.
Link provenienti dallo stesso dominio.
Questi link potrebbero venire ignorati dall’algoritmo di calcolo.
Link provenienti dallo stesso server.
Modifica controversa, specie se consideriamo i pacchetti di hosting shared, che utilizzano lo stesso server, con lo stesso IP. Questo “Claim” sembra volerci dire che i link da siti web presenti sullo stesso server avranno peso minore rispetto a quelli di server diversi.
Link provenienti dalle homepage.
I backlink dalla homepage di un dominio riceveranno più peso rispetto alle pagine interne.
Link da post e pagine aggiornati.
Un “Claim” tutto a favore dei blogger: le pagine più aggiornate hanno più peso nel nuovo algoritmo.
Geolocalizzazione.
I ranking potrebbero risollevarsi grazie a backlinks provenienti da tutto il mondo in luogo di una specifica regione.
Link testuali.
Se le ancore sono pertinenti alla pagina di destinazione, e risultano essere le keyword di ricerca degli utenti per quella specifica pagina, il ranking della pagina cresce.
Testo intorno ai link.
Il “Claim” si riferisce al testo del paragrafo che circonda il link e la relativa ancora: se il contenuto si accorda con il termine di ricerca contenuto nel link, il ranking della pagina può crescere vertiginosamente.
Per concludere, il PageRank è stato soggetto di così tante modifiche, aggiunte e rimozioni che quello che conosciamo oggi non è più l’algoritmo semplice di una volta: potremmo un giorno vederlo scomparire completamente (come Google stesso ha ribadito più di una volta, il PR di una pagina non è rilevante ai fini del TrustRank), oppure osservarlo mutare in qualcos’altro?
Quale destino?
Il dibattito è acceso. Si attende la prossima mossa di Google.