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Bassa viralità dei contenuti: 6 possibili ragioni

La viralità dei contenuti è soggetta a molteplici fattori, quali i social media, le campagne di backlink, il numero di blogger che riferiscono una certa notizia dopo un lasso di tempo piuttosto breve, le discussioni che ne nascono sui forum. Tuttavia (è bene ricordarlo) la causa principale del possibile (in)successo di una certa notizia è da attribuirsi alla qualità dei contenuti: meno qualità uguale bassa viralità.

Tuttavia, a volte i nostri articoli non vengono presi molto in considerazione dai lettori e dai motori di ricerca, anche se abbiamo scritto contenuti di qualità davvero alta. Perché? Esaminiamo più da vicino le possibili cause.

1. Poca promozione.

Perché un contenuto diventi “virale”, esso deve passare da una fonte all’altra attraverso il Web, proprio come un virus si diffonde da persona a persona attraverso il contatto o la respirazione. Perché anche utenti molto lontani dalla nostra nicchia possano “respirare” le nostre notizie, e redistribuirle al mondo, dobbiamo fare in modo che essi trovino i nostri articoli! Il Web di oggi ci offre moltissimi metodi di promozione: Twitter, Facebook, MySpace, forum, newsletter, About.me, Squidoo, HubPages… e molti altri ancora. Utilizzare tali strumenti non fa che accrescere le chance per il nostro articolo di divenire un contenuto altamente virale, in quanto ci mettono in contatto con un vasto bacino di utenza. Commentare sui blog nella nicchia, inoltre, può aumentare ancor di più la visibilità dei nostri contenuti.

3. Contenuti che puzzano di pubblicità.

Lo spam uccide il potere virale dei contenuti, e diventa poi difficile farli risorgere, una volta che si sono accaparrati una cattiva reputazione agli occhi degli utenti. Piazzare un link su Twitter o Facebook e poi andarsene non serve a nulla: è necessario che chi crea contenuti li sappia anche presentare al proprio pubblico, e rimanga aperto a possibili discussioni che gli utenti fanno nascere e crescere. E’ questa la chiave della viralità. Evitate gli slogan pubblicitari come peste: non a caso molte persone spengono la TV o cambiano canale quando arriva lo spot pubblicitario che odiano di più. Di sicuro non vorrete che ciò accada anche con i vostri contenuti.

4. Poca cura del design.

Non tutti i webmaster sono portati per la grafica. Potrebbe essere utile imparare qualcosa per saper almeno modificare un template già fatto, oppure potete salvare una porzione del vostro budget per commissionare un designer esperto. Certo, l’estetica non è tutto, ma l’occhio dell’utente vuole comunque la sua parte: un design pulito e semplice, con font e titoli riconoscibili a prima vista è spesso il mix ideale perché il lettore focalizzi l’attenzione sui contenuti, avvolti da una grafica piacevole e non dispersiva.

5. Avete sbagliato audience.

Promuovere un contenuto relativo alla moda in un gruppo Facebook dedicato al SEO non è esattamente ciò che si dice “pertinente”. Occorre scegliere con cura la propria audience, e selezionare quei gruppi, blog e comunità di nicchia che sono almeno marginalmente vicini alla nostra perché una campagna promozionale sortisca l’effetto cercato.

6. Cattivo uso dei social media

Focalizzate l’attenzione su uno strumento per volta. Evitate di registrarvi a vari servizi e poi di lasciare gli account a languere finché non avete il vostro articolo pronto per essere promosso. I social media sono, appunto, sociali, e necessitano di tempo e dedizione, e tante chiacchierate con gli utenti, perché possano concorrere effettivamente alla crescita della reputazione dei nostri contenuti, e dunque, del loro potere virale. Se non avete tempo per questo, trovate qualcuno che possa farlo per voi.

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